Twitch, la sconfitta di Google e un mondo a misura di colossi

Novecentosettanta milioni di dollari messi sul piatto, bruciata la concorrenza di Google, realizzata la più imponente operazione di acquisizione della storia di Amazon. Sono questi gli ingredienti principali dell’operazione, resa nota ieri, che ha portato Twitch, piattaforma che diffonde in streaming videogamens giocati in giro per il mondo, nel perimetro del...

Novecentosettanta milioni di dollari messi sul piatto, bruciata la concorrenza di Google, realizzata la più imponente operazione di acquisizione della storia di Amazon. Sono questi gli ingredienti principali dell’operazione, resa nota ieri, che ha portato Twitch, piattaforma che diffonde in streaming videogamens giocati in giro per il mondo, nel perimetro del gigante di Jeff Bezos. Alcuni dati, nella vicenda, saltano all’occhio e meritano di essere annotati e tenuti a mente perché dicono qualcosa sul presente e sul futuro prossimo. Vediamo quali.

1)L’industria dei videogames e il suo indotto continua ad essere una miniera. Se una piattaforma che diffonde in streaming partite giocate in giro per il mondo vale un miliardo, e viene contesa dai giganti della nostra epoca, è perché la “comunità” dei giocatori - le diverse comunità di giocatori – sono e continueranno ad essere luogo da cui estrarre valore. Centinaia di milioni di utenti, profilatissimi per quanto attiene i loro interessi e le specifiche passioni, quindi conosciuti nel dettaglio per diventare target di pubblicità mirata. Roba che interessa molto ai principali attori della rete, da Google, sia per le integrazioni con Youtube che per le nuove frontiere esplorate con GoogleNow, ad Amazon. Appunto.

2)Per Google una sconfitta che brucia. Ancora non si conoscono i dettagli e le ipotesi sono tutte buone. Ma secondo tutte le testate specializzate le trattative tra Google e Twitch duravano ormai da mesi. L’obiettivo era integrare Twitch con Youtube, riuscendo finalmente a dare un peso alla dimensione streaming della piattaforma video più frequentata del mondo. E invece Twitch va ad Amazon. C’è chi dice che è stato Twitch a preferire Bezos perché, a parita di offerta, garantisce più autonomia, mentre Forbes spiega che Google ha dovuto rinunciare per paura (o quasi-certezza) che l’Antitrust non avrebbe avallato un’operazione di così forte ed evidente concentrazione. Sia come sia, Google ha perso una preda fortemente desiderata in una sfida tra titani. Cose che capitano, certo, ma di per sé è già una notizia.

3)Non è più una notizia, invece, la disponibilità di mezzi che i giganti della nostra epoca hanno a disposizione per investire sulla propria crescita. Un miliardo speso oggi, 400 milioni investiti ieri, tre altri miliardi magari stanziati appena domani. Sono questi i numeri degli “investimenti in crescita” quando a farli sono Google, Amazon, Ebay, Apple, Facebook, eccetera. Numeri da capogiro, soprattutto se guardati dal basso della nostra asfittica economia italiana. Sugli effetti di questa disponibilità di liquidità più o meno illimitata, su come si vivrà in un mondo in cui una decina di grandi imprese possono comprare più o meno tutto, non si è ancora riflettuto abbastanza. Per intanto varrà la pena di mettersi in testa che non si tratta di una partita a Monopoli né dello streaming di un videogame.