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In un articolo precedente abbiamo descritto le proprietà terapeutiche della manna come amica dell’intestino e rimedio contro le emorroidi.

Un tempo in Sicilia il frassino era coltivato su distese che si estendevano per migliaia di ettari. Oggi, invece, soltanto i paesi di Pollina e Castelbuono hanno destinato a tale coltura 250 ettari. Diciamo che la scelta è stata un po’ forzata, perchè i terreni destinati ai frassini sono scoscesi e  quindi non si prestano alle redditizie colture di meccanizzazione. Redditizie per lo meno sulla carta.

E così si sta perdendo un patrimonio culturale.
Soprattutto perchè la manna è realmente utile nel curare disturbi molto diffusi come la cattiva digestione e le emorroidi. Ma è poco conosciuta. Ed in questo hanno colpa anche i farmacisti miei colleghi che potrebbero indirizzare i loro clienti su rimedi portentosi, facendo così del bene a tutta la regione.

Come viene raccolta la manna?

Durante l’estate i frassinicoltori eseguono dei tagli sulla corteccia dei tronchi.
Da questi tagli esce fuori della resina azzurrina che, esposta al forte sole siciliano, si rapprende in manna biancastra dalle forme più varie.

Che strumenti si usano?

La manna viene raccolta attraverso il mannaruòlu (per incidere), la rasula (per raschiare la manna che rimane nei solchi della corteccia) e una grande foglia di ficodindia (che raccoglie la parte colata a terra).

Perchè potrebbe essere una risorsa economica?

In primis perchè ben si adatta a territori scoscesi e altrimenti non utilizzabili. Inoltre un tempo, negli anni ’50, migliaia di quintali di manna erano esportati oppure lavorati dalle fabbriche di mannite italiane. Oggi, inoltre, la produzione della manna offrirebbe un buon reddito rispetto al passato (ogni chilo ha un costo superiore a 20 euro, e il prezzo è sempre in crescita). Perchè allora on si fa nulla in Sicilia?

Museo all’aperto

Oltre all’aspetto economico e salutistico, la coltivazione della manna deve essere tutelata perchè è di grandissima importanza ambientale e storica: i frassineti possono di fatto essere considerati un museo vivente all’aperto.

Amunì, Sicilia. Sì ricca e nun lu sai!

Autore | Viola Dante;