E poi c’è questa foto. Una lapide di basalto nero. Su un prato verdissimo. Dietro, tre file di lapidi di pietra grigia. Ma, abbracciata alla lapide di basalto nero, c’è una sposa.

È abbandonata contro la pietra fredda. Come se fosse una guancia di carne viva. Il vestito é scollato, di pizzo. La sposa è bionda.

Jessica Padgett e Kendall Murphy si dovevano sposare il 29 settembre. Lui è morto prima. Pompiere, era sceso dall’auto di servizio per soccorrere un ferito stradale. L’hanno investito come un birillo. Siamo nel cuore dell’America, Stato dell’Indiana. In quel cimitero, una fotografa chiamata apposta dalla sposa ha fatto, il 29 settembre, il servizio fotografico delle nozze che non ci sono state.

Non so se questa foto ci mostra la solita ingenuità degli americani. O una loro fondamentale virtù. Il “grado zero”, l’essenza, la sostanza dei sentimenti. In certi cimiteri d’Europa, ci sono statue funebri identiche a questa fotografia. Boecklin l’avrebbe potuta dipingere, nella sua “ Isola dei Morti”. Ma Jessica é viva. E Kendall il pompiere è morto davvero. E forse non si sono mai mossi dallo Stato dell’Indiana.

Forse Boecklin non sanno chi sia. E io non so se questa foto racconta la disperazione. O la speranza. Se dice che vince la morte. O che la morte è vita. Vita nel cuore di chi continua ad amarti anche se sei morto. Ma si è impressa dentro la mia testa. E non se ne va.