Violenze corporali, dagli schiaffi alle punizioni fisiche. E violenze sessuali, dalle carezze agli stupri. Circa 547 bambini del coro del Duomo di Ratisbona, diretto per 30 anni dal fratello del Papa emerito, Georg Ratzinger, ne sono state vittime nel corso di quattro decenni. Lo sconcertante risultato emerge dal rapporto finale presentato dall’avvocato Ulrich Weber, incaricato nel 2016 dalla diocesi tedesca di far luce su questa drammatica vicenda gravata per anni sui piccoli membri del coro Regensburger Domsplatzen, meglio conosciuti come i “Passeri del Duomo”.

Weber aveva denunciato lo scorso anno che tra il 1953 e il 1992, circa un terzo degli alunni del coro e della Vorschule Etterzhausen, la scuola adiacente, subirono una qualche forma di violenza fisica, come percosse, maltrattamenti, privazione di cibo o aggressioni carnali. Decine di vittime erano state ascoltate dall’avvocato, come pure i responsabili dell’istituzione, e tutti utilizzavano le medesime parole per denunciare il clima interno: «Una prigione», «un inferno», «un campo di concentramento».

In un primo momento l’indagine parlava di 231 casi di maltrattamenti: 40 minorenni erano stati stuprati, dichiarava l'avvocato. Una cinquantina di bambini avevano fatto pure i nomi di dieci responsabili del coro, la maggior parte dei quali già morti. I reati tuttavia erano caduti in prescrizione, quindi non sarebbero comunque stati condannati. Il rapporto finale evidenzia ora un numero di vittime duplicato e conferma che 49 colpevoli sono stati identificati.

Nel 2010 gli abusi nel coro erano stati ammessi dall’allora vescovo di Ratisbona il cardinale Gerhard Ludwig Müller, fino al 1° luglio scorso prefetto della Congregazione per la Dottrina delle Fedeaccusato peraltro da Marie Collins, membro dimissionario della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori e vittima lei stessa di abusi in passato, di aver fatto poco per la lotta alla pedofilia in Vaticano, anzi, a volte di aver intralciato il lavoro del team istituito da Papa Francesco. Ed anche su questa vicenda Müller era stato accusato di mala gestione, nonostante sette anni fa avesse ammesso pubblicamente i crimini. Con una precisazione: che gli episodi di violenza non coincidevano con il periodo dell’incarico del maestro Ratzinger, direttore dell’ensemble dal 1964 al 1993.

Da parte sua, monsignor Georg precisava di non essere mai stato a conoscenza di episodi di violenza sessuale, né era stato mai accusato di tali misfatti. In una intervista al quotidiano conservatore bavarese “Passauer Neue Presse” dichiarava che alcuni ragazzi gli avevano riferito di certi strani episodi che avvenivano nella scuola di preparazione, ma questi non lo avevano indotto a pensare di dover intervenire in qualche modo: «Se fossi stato a conoscenza dell’eccesso di violenza utilizzato, avrei fatto qualcosa». 

Ratzinger chiedeva comunque perdono per aver dato qualche schiaffo o “tirata d’orecchio” ai ragazzi negli anni ’70, quando si usava - anche nelle scuole - dare qualche ceffone agli allievi in quanto funzionale a ottenere «disciplina e rigore», requisiti necessari «per raggiungere un livello musicale e artistico superiore». Anche lui stesso diceva di averne ricevuto qualcuno da piccolo. Assicurava poi di non aver mai provocato lividi o lesioni a nessuno e confidava di essere stato «sollevato» quando le punizioni fisiche vennero vietate dalla legge all’inizio degli Anni 80.

Weber aveva messo in discussione le dichiarazioni del fratello di Benedetto XVI: «Secondo, me non dice tutta la verità», affermava. Oggi nella conferenza stampa di presentazione del report gli attribuisce delle «corresponsabilità», perché - ha detto - «ha fatto finta di non vedere, o comunque ha mancato di intervenire»

In ogni caso non è Georg Ratzinger il principale accusato della vicenda. Nel rapporto viene indicato il nome di Johan Meier, direttore della scuola adiacente al coro (del cui consiglio di sovrintendenza era membro anche Ratzinger) tra il 1953 e il 1992, morto poco dopo il pensionamento in circostanze tuttora misteriose. Nell’indagine risulta che sia stato Meier il principale responsabile delle molestie. Testimoni riferivano di sgabelli lanciati contro i suoi allievi - una volta ne aveva rotto uno sulla spalla di un bambino - o dell’abitudine a portare due o tre bambini, solitamente tra gli 8 e i 9 anni, nella sua stanza per offrirgli dell’alcol e poi punirli. Un sistema dal quale traeva piacere sessuale.

Alle vittime la diocesi di Ratisbona - che lo scorso anno ammetteva in un comunicato che 72 ex allievi del famoso coro erano stati picchiati con tanta violenza da aver subito lesioni corporali - ha offerto un risarcimento economico pari a 2550 euro ciascuno. Il portavoce diocesano Clemens Neck assicurava la piena collaborazione con l’avvocato Weber, i cui colloqui con le vittime erano di vitale importanza. Ribadiva inoltre che il lavoro di indagine sarebbe proseguito in maniera autonoma e che sarebbe stato decisivo solo il rapporto finale. Quello pubblicato oggi che mostra il volto più orribile del coro che, con oltre mille anni di storia, è probabilmente il più antico del mondo.

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