Le policy dei social sono in "legalese": qualcuno le ha tradotte per i teen

Il Commissario per l'Infanzia inglese, al fianco di Tes e un'azienda privata, dopo un'indagine ha scelto di tradurre in maniera comprensibile i contratti di sottoscrizione dei social network per i più giovani, ma funzionano per tutti

Digital citizenship: Young peoples’ rights on social media

"Internet è uno straordinario strumento a servizio del bene, ma non è pensato tenendo a mente i bambini": così inizia il report "Growing up Digital". Eppure, continua l'indagine, un terzo degli utenti della rete ha meno di 18 anni. Anche per questo, il commissario per l'Infanzia dell'Inghilterra e Tes, con l'aiuto di un'azienda specializzata in materia di privacy, Schillings, hanno creato delle guide semplificate per descrivere da un lato, quali siano i diritti delle aziende tech, e dall'altro quelli di chi li usa.

"I giganti dei social media non hanno fatto abbastanza per rendere i bambini consapevoli di ciò che stanno firmando fino a quando installano un'applicazione, o aprono un account. Sono questi, spesso, i primi contratti che un bambino firma nella propria vita, ma i termini e le condizioni sono impenetrabili, anche per la maggior parte degli adulti", ha commentato il commissario Anne Longfield.

Termini e condizioni delle piattaforme sono state non solo condensate in punti (a fronte di pagine e pagine di testo originale), ma anche (e soprattutto) "tradotte" in un linguaggio comprensibile: queste guide finiranno nelle scuole, con l'auspicio che gli insegnanti possano usarle per informare i cittadini digitali (si potrebbe dire del futuro, se già non lo fossero del presente).

Le guide sono suddivise per fascia d'età: le regole di ogni social vengono descritto in maniera appropriata a seconda che i ragazzi abbiamo tra i 7 e gli 11 anni, tra gli 11 e i 14 e tra i 14 e i 16.

Tanto per fare un esempio, nel caso della policy di Facebook, la guida per i più piccoli spiega: "Facebook può raccogliere informazioni su di te, compreso:

— Tutto quello che gli dici quando costruisci l'account — Le pagine che vedi, quando tempo ci trascorri e con chi parli — Che device stai usando, che browser, che rete e che indirizzo IP — Dettagli su quello che posti e quello a cui metti "Mi piace" — Qualsiasi cosa condividi o contenuto in cui tu sia taggato — Qualsiasi cosa che un altro condivida in cui tu sia taggato — Se sincronizzata, cosa e chi si trovi nella tua rubrica — Se compri via Facebook, i dettagli della tua carta, indirizzo e cosa hai comprato — La tua batteria e potenza di segnale — Dove ti trovi — Se accedi a un altro sito o applicazione"

E così, di seguito, le guide riepilogano i termini e le condizioni impostati da Facebook, Instagram, YouTube, Snapchat e WhatsApp.

L'idea di rende chiari i punti dei contratti di iscrizione ad app e social è arrivato dopo uno studio condotto tra i più giovani (il report di cui sopra). Dopo aver letto le 17 pagine di informativa di Instagram, per un totale di 5000 parole, alcuni dei commenti dei ragazzi sono stati

Che noia! Non ha assolutamente senso

Oppure

Devi prenderti 10 minuti per ogni singola frase!

Eppure, dati Ofcom (2016)alla mano, la piattaforma è utilizzata dal 56% dei ragazzi tra i 12 e i 15 anni che hanno un account sui social media e dal 43% di quelli tra gli 8 agli 11 anni.

Digital citizenship: Young peoples’ rights on social media

Nelle istruzioni all'uso per teen (utilissime in realtà per chiunque), viene spiegato come Snapchat possa pubblicamente visualizzare o vendere qualsiasi contenuto pubblicato su Snapchat Live o Local - il che significa poter usare il viso e la voce degli utenti. Instagram può leggere i messaggi diretti e tutte le aziende raccolgono una serie di informazioni personali, incluso dove si trovano gli iscritti e chi hanno nella loro rubrica telefonica.

Jenny Afia, di Schillings, ha spiegato: "I contratti giuridici esistenti tra i fornitori di social media e i loro destinatari, i giovani, non sono attualmente adatti allo scopo. Abbiamo dimostrato che è possibile spiegare termini e condizioni in un modo probabilmente comprensibile ai giovani".

Il problema della scarsa comprensione delle informative per la privacy non è la scarsa attenzione, quanto l'incomprensibilità: una lettura da parte di un pubblico adulto potrebbe aiutare a comprendere molti meccanismi. L'operazione svolta per rendere chiari i punti, rende agile la fruizione da parte di chiunque, anche se le guide sono attualmente disponibili solo in inglese.