Malattie reumatiche: il ruolo dell'alimentazione

Di causa sconosciuta, sono molto frequenti, di solito croniche e invalidanti. I progressi compiuti negli ultimi anni in tema di farmaci fanno ben sperare, ma altrettanto importanti risultano le abitudini di vita, l’esercizio fisico e, in alcune forme, la dieta
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close-up of adult woman holding her arthritic handsDaniela Jovanovska-Hristovska
Malattie reumatiche: il ruolo dell'alimentazione
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Le malattie reumatiche costituiscono oggi uno dei problemi sanitari e socio-economici più gravi. Di esse si sa poco in termini di cause e di meccanismi in gioco e la classificazione è ancora imperfetta. Sono tante e diverse fra loro dato che possono colpire le ossa, ma anche i tessuti molli intorno all’articolazione come tendini, legamenti, guaine, muscoli.

L'alimentazione e l'artrite reumatoide

Non è facile definire il ruolo della dieta nelle malattie reumatiche. E ciò per molti motivi, a cominciare dal fatto che si tratta di forme molto diverse le une dalle altre, dove le cause e i fattori in gioco sono tanti, differenti fra loro e nella maggior parte dei casi ancora poco conosciuti. Ciò nonostante, la richiesta di una dieta specifica è molto frequente in chi ne è affetto. Ciò vale soprattutto per l’artrite reumatoide. Si tratta di una forma di artrite cronica che causa infiammazione della membrana che avvolge le articolazioni (la sinovia), rendendola spessa e facendola crescere fino a erodere le ossa e le strutture circostanti. Nello stesso modo sono colpiti i tendini, dove possono formarsi noduli e zone di rottura. La malattia inizia in modo subdolo, con malessere e soprattutto dolore e rigidità al movimento: più intensa la mattina, al risveglio; poi con il trascorrere della giornata e con il movimento, scompare per ripresentarsi il giorno dopo. All’inizio fanno male e sono gonfie soprattutto le articolazioni delle mani, con impossibilità a fare il pugno, quelle dei piedi, i polsi, le caviglie. Ma anche spalle, ginocchia, i gomiti e il collo possono essere colpiti. A lungo andare, dato che la malattia è cronica, la difficoltà al movimento e la rigidità si accentuano, compaiono deformazioni delle ossa e dei tendini e atrofia dei muscoli che interessano un numero sempre maggiore di articolazioni e possono portare a vere e proprie forme di invalidità

Poche certezze scientifiche

Secondo molti autori la domanda più frequente posta da quanti ne soffrono è proprio relativa all’esistenza di una dieta che sia in grado di influenzare il decorso della malattia e prevenirne gli esiti invalidanti. Purtroppo i consigli che si possono dare, almeno quelli basati su evidenze scientifiche, sono ancora scarsi. Gli studi finora eseguiti hanno preso le mosse dall’analisi nutrizionale di chi soffre di questa malattia e hanno dimostrato che spesso il regime alimentare seguito è povero, che nella dieta i grassi provenienti da carne e latticini sono la fonte principale di calorie mentre proteine, minerali e vitamine sono carenti. Di conseguenza, per l’elevato apporto di calorie attraverso i lipidi e la scarsa attività fisica dovuta ai problemi articolari, si è in sovrappeso, almeno nelle fasi iniziali della malattia, sovrappeso che aumenta il lavoro di articolazioni già dolenti. Alcuni studi hanno notato che le popolazioni che consumano una maggiore quantità di olio d’oliva e di pesce al forno e alla griglia hanno una minore incidenza di artrite reumatoide.

Acidi grassi e omega 3

L’attenzione è stata posta sugli “acidi grassi omega-3”, presenti in certi tipi di pesce e nell’olio di oliva ed essenziali per il benessere dell’organismo, che poiché non è in grado di sintetizzarli li deve assumere con gli alimenti. Questi acidi grassi hanno un effetto antinfiammatorio e sono capaci di bloccare la produzione di una serie di sostanze responsabili dell’infiammazione della sinovia. Diversi studi hanno anche dimostrato che l’aumento del consumo di pesce ritarderebbe l’evoluzione della malattia, riducendo anche la richiesta di farmaci. Da tempo sono presenti in commercio capsule a base di olio di pesce (utilizzate soprattutto nella cura delle malattie cardiache) che avrebbero però nell’artrite efficacia minore rispetto all’assunzione del pesce con la dieta. La presenza degli omega-3 non è analoga in tutti i prodotti ittici e viene ritenuta molto scarsa negli animali di allevamento se nutriti con mangimi a base di soia e cereali.

Minerali e vitamine

Altri lavori hanno puntato l’attenzione sul basso consumo delle persone affette da artrite reumatoide di vitamine A, C ed E, di ferro, magnesio, rame e zinco. Di queste sostanze è stato da tempo dimostrato il ruolo antiossidante, la capacità cioè di contrastare l’effetto dei radicali liberi, molecole normalmente prodotte dal nostro organismo per distruggere batteri e altri fattori estranei che attaccano però anche le membrane delle cellule normali, come quelle della sinovia, alterandole. Un aumento dell’apporto alimentare di frutta e verdura, la fonte principale di molte vitamine e minerali, potrebbe aiutare a ridurre il danno articolare indotto dalla malattia. Anche in questo caso non sono utili le megadosi presenti nei polivitaminici distribuiti in commercio, ma basta piuttosto una corretta integrazione alimentare. In molti casi è consigliabile anche un aumento dell’assunzione di calcio con la dieta per la frequente presenza di osteoporosi.

Consulenza scientifica: dietologa dott. Maria Cristina Librenti dietista Monica Marchi internista dott. Manuela Poggiato (testo)