Archeologia tech

L'artista che colleziona i suoni del nostro mondo

Dalle suonerie dei cellulari al rumore delle tastiere. Stuart Fowkes ha creato un database per preservare i rumori e i suoni che caratterizzano la nostra quotidianità, prima che spariscano 
Nintendo NES
Pixabay

La suoneria di un Nokia 5120 oppure il rumore dei tasti di una Olivetti Dora o quello di un proiettore cinematografico. La memoria di una città e di una civiltà passa anche attraverso i suoni di quelle rivoluzioni tecnologiche che ne hanno scandito i passaggi cruciali: da questo punto parte il progetto Obsolete Sounds dell'organizzazione inglese Cities and Memory che ha raccolto una gigantesca collezione di suoni obsoleti di oggetti che sono scomparsi o stanno scomparendo. I “rumori” sono poi campionati da artisti di tutto il mondo, riportando così in vita un rumore di fondo che ha segnato per anni la vita di molti di noi e che anche le generazioni future potranno conoscere. 

“Mi sembrava importante in questo momento guardarsi indietro e recuperare alcuni dei suoni che avevamo e che potrebbero scomparire se non agiamo ora per preservarli – spiega a Wired il fondatore di Cities and Memory, Stuart Fowkes, artista del suono di Oxford .- Sono un incredibile tesoro perché suscitano ricordi intensi nelle persone: in tanti mi scrivono per raccontarmi alcune esperienze d'infanzia che le registrazioni sonore avevano improvvisamente riportato in vita”

Il progetto ha lavorato con un'organizzazione tedesca chiamata Conserve The Sound su una banca dati sonora iniziale di registrazioni tecnologiche. Da qui poi,  all'inizio del 2022, è stato lanciato un appello globale per trovare altre tracce in via di estinzione. Già in estate, più di 150 artisti avevano reinventato quei suoni obsoleti in nuove composizioni per il progetto. “Credo che sia davvero importante preservare i suoni, sia per una questione culturale sia per una sociale visto che stanno scomparendo più velocemente rispetto a qualsiasi altro momento della storia umana – prosegue Stuart –. Alcuni suoni che hanno solo pochi anni di vita alle nostre orecchie suonano già arcaici. E una volta che un suono è sparito, è sparito per sempre. Eppure, i suoni possono aiutare a definire il carattere o l'anima di un luogo e sono altrettanto importanti per la sua identità, tanto quanto il suo aspetto. Abbiamo sistemi avanzati per preservare gli edifici e i monumenti importanti, ma la conservazione dei suoni è molto meno sviluppata”

Il fine ultimo del progetto Cities and Memory è quello di aiutare le persone a riconoscere la bellezza e l'importanza dei suoni che le circondano ogni giorno, costruendo in questo modo la consapevolezza del valore del suono stesso per le nostre vite.

Vecchi suoni che riprendono vita

Uno degli aspetti più interessanti riguarda la creazione di nuovi suoni da quelli vecchi: la base viene infatti  "remixata" in una nuova composizione da un'artista che porta la propria professionalità reinventando il suono stesso: “Il risultato finale è un mondo di sonorità interamente immaginato costruito dalla coscienza collettiva di centinaia di artisti, che è un modo davvero esaltante di vivere il mondo”. Obsolete Sounds è solo una parte in realtà del progetto Cities and Memory, nato nel 2015, di cui fanno parte più di 1.000 artisti , e che oggi è uno dei più grandi progetti sonori al mondo. 

Sul sito si può ascoltae una mappa sonora con più di 5mila tracce provenienti da oltre 110 paesi. C'è anche un po' d'Italia in questa idea inglese. Innanzitutto nel nome, che, come ci spiega Stuart deriva dalle Città invisibili di Italo Calvino: "In questo libro, Marco Polo descrive i suoi fantastici viaggi in città incredibili a Kubilai Khan, ma è chiaro che in realtà sta descrivendo la sua città natale, Venezia, più e più volte. Questo concetto dell'esperienza diversa di ognuno di noi rispetto a uno stesso luogo è al centro dell'idea di Cities and Memory. I suoni possono trasportarti in un luogo diverso della tua vita a seconda della tua esperienza e del tuo vissuto, quindi ciò che si attiva nella mia mente ascoltando i suoni di Roma sarà molto diverso rispetto a quello che potresti provare tu”. Stuart ha anche passato molto tempo in Italia, collezionando suoni (soprattutto in Veneto) e il simbolo del logo della sua idea è la sezione di una mappa di Venezia.

Dai suoni delle proteste alla collezione dei lockdown

 Il progetto è gestito interamente da Stuart nel suo tempo libero: (“è un lavoro d'amore”, lo definisce così) : “A ogni step abbiamo sempre più sostenitori”. Tra i suoi suoni preferiti, dice, ci sono “quelli dei venditori di gas di Valparaiso, in Cile, che fanno ritmi complicati sulle loro bombole a gas con un'asta di metallo: è un suono unico in cui è stato fantastico imbattersi", ma anche le registrazioni delle campane. “Le adoro – confessa - ogni campana ha la sua impronta speciale che la identifica, e la mia registrazione preferita è dall'alto di un palazzo a Venezia”. Una sezione ancora si chiama Protest and Politics, e raccoglie invece i rumori delle manifestazioni globali per i diritti ma esiste anche una raccolta di suoni dai lockdown dovuti alla pandemia: “Il progetto sul Covid-19 - chiamato StayHomeSounds - è stato molto emozionante per me. Ogni mattina mi svegliavo chiuso in casa come tutti gli altri, ma aprivo la mia casella di posta e mi arrivavano suoni e storie provenienti da tutto il mondo: dai parenti che leggevano le favole della buonanotte per i bambini che non potevano vedere, ai suoni delle infermiere che preparano i loro DPI per un giorno in ospedale. Poter raccogliere, conservare e presentare questi suoni e queste storie è stato un privilegio. Il progetto è ora archiviato dalla British Library"

L'idea di Stuart rimane un work in progress continuo: “A febbraio lanceremo Polar Sounds, una collaborazione sui suoni raramente ascoltati delle regioni artiche e antartiche – conclude -- Vorrei che il progetto aiutasse le persone a trovare un nuovo modo di ascoltare il mondo per dare un nuovo valore al suono nelle loro vite, soprattutto in un mondo che cambia alla velocità della luce. Pensate ai suoni di un motore: man mano che ci muoviamo verso veicoli più elettrici, i suoni del nostro mondo diminuiranno, non deriveranno più da un funzionamento ma potranno per esempio essere determinati da un team di sound designer che vorranno trasmettere alcuni valori di un marchio attraverso il suono, un mondo quindi più progettato e controllato”.