Cosa sarà monitorato per tenere sotto controllo il coronavirus nella fase 2

Nel decreto del ministero della Salute sono elencati indicatori e soglie di allerta per la valutazione del rischio di una ripresa della curva epidemica. Qualora i dati siano allarmanti le misure di contenimento potrebbero tornare stringenti

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Cantieri che ripartono (con immancabili anziani mascherina-muniti annessi), traffico come non se ne vedeva da un paio di mesi a questa parte. Oggi 4 maggio l’Italia si rimette in moto, almeno in parte. Perché se da un lato il lockdown ci ha permesso di appiattire la curva epidemica della diffusione di Sars-Cov-2, dall’altro il suo impatto economico e sociale è stato devastante. Il governo, dunque, allenta gradualmente le misure della fase emergenziale, anche se non siamo fuori pericolo e il rischio di ricaderci, facendoci molto più male, è in agguato. Ecco perché dal ministero della Salute, con il decreto del 30 aprile, arrivano indicazioni e direttive per salvarci da questa fin troppo attesa fase 2.Parole d’ordine: monitoraggio, diagnosi e sorveglianza.

Per consolidare la nuova fase, l’andamento della trasmissione del virus sul territorio nazionale deve essere monitorato con attenzione. Lo scopo è di raccogliere dati per stimare in modo tempestivo il livello di rischio e all’occorrenza rimodulare le misure per contenere l’epidemia.

I fattori da tenere sott’occhio, per i quali il Ministero ha definito indicatori e soglie di rischio, sono la tenuta del sistema sanitario, il monitoraggio dei cittadini con obbligo di quarantena, il tracciamento dei contatti, l’esecuzione tempestiva di tamponi. A questi si aggiunge la capacità di comunicare e di assicurare continuità tra l’assistenza sanitaria primaria e il ricovero in ospedale

Monitorare i cittadini significa che le autorità sanitarie dovranno raccogliere i dati relativi ai casi sintomatici per mese, indicandone i sintomi e la data della loro comparsa, la storia di ricovero in ospedale ed eventualmente l’ingresso in terapia intensiva, il comune di domicilio, etc.

Per quanto riguarda l’accertamento diagnostico si fa riferimento alla percentuale di tamponi positivi per mese e alla segnalazione delle tempistiche tra la data di inizio dei sintomi e quella di diagnosi. Da riferire saranno anche i dettagli del processo di contat tracing dei casi risultati positivi.

La stabilità di trasmissione del virus sarà monitorata attraverso la valutazione di numerosi indicatori tra cui il numero di casi riportati alla protezione civile, il parametro Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata dell’Istituto superiore di sanità, il numero di nuovi focolai di trasmissione.

Il numero di nuovi casi di infezione confermata per Regione non associati a catene di trasmissione note, il numero di accessi al pronto soccorso con sintomi riconducibili a Covid-19, i tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in generale di quelli nelle aree per pazienti Covid-positivi saranno invece indispensabili per monitorare la tenuta del sistema sanitario.

Nel caso in cui, sulla base di questi dati, il rischio stimato raggiunga valori oltre le soglie stabilite nel decreto o venga comunque ritenuto non gestibile, sarà fatta una rivalutazione delle misure di contenimento con il ritorno di maggiori restrizioni.