Unire gli sforzi, e le risorse, per dare una mano a monitorare l’impatto della Covid-19 sul pianeta. Sposando le informazioni delle diverse fonti nella speranza di sostenere la risposta alla crisi sanitaria globale che sfiora ormai i 10 milioni di contagi nel mondo.

Questo l’obiettivo di un nuovo strumento messo a punto dalla Nasa insieme all’Esa, l’agenzia spaziale europea, e alla Jaxa, quella giapponese. Una specie di dashboard raggiungibile a questo indirizzo e davvero ricca di strumenti per capire come stia cambiando il pianeta in questi mesi fra inquinamento, mobilità, qualità delle acque e dell’aria. E ancora: condizioni dell’operatività di porti e aeroporti, commercio internazionale, import/export, luminosità notturna e così via. Davvero un posto in cui perdersi visto che comprende 17 indicatori economici, 3 legati all’agricoltura e 30 all’ambiente. Anche se l’implementazione dei dati appare ancora in itinere: sull’Italia, per esempio, se ne trovano pochi.

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Earth Observing Dashboard

“Sulla Terra siamo connessi – ha spiegato Thomas Zurbuchen, amministratore associato della Nasa per la scienza, nel corso di una conferenza stampa dedicata alla nuova collaborazione – la dashboard dimostra le capacità chiave essenziali per affrontare questo tipo di sfide”. Specie in un periodo di crollo economico come quello seguente ai numerosi lockdown che hanno chiuso mezzo pianeta nel corso della primavera e ancora in questa fase che non si capisce più quale sia.

Sono tutte misure che hanno avuto conseguenze sulla nostra vita e sulle prospettive per i prossimi mesi. Anche per il pianeta: “Gli ultimi due mesi sono stati davvero difficili – ha spiegato il capo dei programmi di osservazione terrestre dell’Esa, Josef Aschbacher – la pandemia ci ha mostrato quanto siano vulnerabili le società di oggi”. Così, le agenzie spaziali hanno realizzato, o meglio messo a sistema perché già lo sapevano molto bene visto che è l’obiettivo delle tante missioni, di poter condividere e confezionare i dati dei propri satelliti, in grado di mappare queste attività.

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Earth Observing Dashboard

Non ci sono solo le agenzie, a dire il vero: molti gruppi privati, come Esri, hanno diffuso ormai da tempo numerose informazioni. Con ArcGIS, per esempio, il sistema informativo geografico prodotto da Esri, il gruppo ha sfornato una serie di mappe e dashboard sugli argomenti più diversi. Fra le ultime, quella sulle connessioni a banda larga nelle scuole italiane con l’indicazione degli oltre 75mila edifici scolastici. D'altronde l'ormai celebre mappa predisposta sulla base dei numeri, considerati attendibili, della Johns Hopkins University che ci accompagna dall'inizio dell'emergenza (schermata qui sotto) è stata appunto realizzata da Esri.

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Esri

“Con la diffusione globale della pandemia, gli scienziati hanno iniziato a osservare in che modo stessero cambiando le attività umane e in che modo questi cambiamenti impattassero sull’ambiente” ha spiegato Zurbuchen. Al momento le informazioni arrivano dai 17 satelliti attivi gestiti dalle tre agenzie. Ma molti altri dati verranno rielaborati e aggiunti nei prossimi mesi: per esempio quelli sullo sfruttamento del suolo, per monitorare le dinamiche delle attività agricole. La scommessa, come sempre quando si parla di dati e mappe, è che vederci da fuori possa aiutarci a prendere decisioni più efficaci. Fra l’altro, potrebbe essere il primo passo di una collaborazione che vada oltre la pandemia, secondo le tre agenzie. “Abbiamo un obbligo: offrire i nostri eccellenti dati dallo Spazio a tutte le persone del pianeta. D’altronde ci sono molti altri problemi all’orizzonte che meritano un’azione globale e coordinata” ha concluso il manager dell’agenzia statunitense.

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Simone Cosimi

Simone Cosimi è giornalista professionista, collabora con numerose testate nazionali fra cui Esquire Italia, Italian Tech, La Repubblica, D, DLui, Wired, VanityFair.it, StartupItalia, Centodieci e Radiotelevisione Svizzera. Segue diversi ambiti fra cui tecnologia, innovazione, cultura, politica e territori di confine, spingendo verso un approccio multidisciplinare. Già redattore del mensile culturale Inside Art, per cui ha curato cataloghi d’arte e pubblicazioni come il trimestrale Sofà, ha lavorato in passato, fra gli altri, per Rockstar, DNews, Excite, Style.it e molte altre testate. Speaker, moderatore e saggista, è autore con Alberto Rossetti di "Nasci, cresci e posta. I social network sono pieni di bambini: chi li protegge?" (Città Nuova 2017) e di “Cyberbullismo" (Città Nuova 2018). A gennaio 2020 è uscito il suo terzo libro, “Per un pugno di like-Perché ai social network non piace il dissenso” (Città Nuova).   
 

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