Militare della Finanza si ammalò per l'amianto: "Il ministero gli paghi il vitalizio"

La sentenza della Corte d'appello di Firenze respinge l'istanza del Mef

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Firenze, 20 febbraio 2020 - La corte di appello di Firenze ha respinto, dichiarandola inammissibile, l'istanza con la quale il ministero dell'Economia e delle finanze chiedeva di sospendere l'esecutività di una sentenza di primo grado del tribunale di Grosseto che nel dicembre 2019 ha riconosciuto lo status di vittima del lavoro a un militare della guardia di finanza ammalatosi dopo essere stato esposto per ragioni professionali all'amianto. La corte gli ha attribuito anche le prestazioni relative, tra cui un assegno vitalizio e un'elargizione speciale.

Rende nota la vicenda l'Osservatorio nazionale amianto (Ona). Il militare, luogotenente delle Fiamme gialle, spiega l'Ona, «per 33 anni, in qualità di motorista e capo macchine è stato esposto a polveri e fibre di amianto ammalandosi di asbestosi e placche pleuriche, ottenendo il riconoscimento di causa di servizio dal ministero dell'economia e delle finanze». Il ministero, tuttavia, «in un secondo momento ha revocato il suo stesso provvedimento costringendo il legale del militare e presidente dell'Ona, Ezio Bonanni, a fare ricorso al tribunale di Grosseto». Nel giudizio di primo grado il consulente tecnico del tribunale ha confermato come «la malattia del luogotenente fosse legata all'esposizione per motivi di servizio ad amianto senza cautele». Il 17 dicembre 2019 il giudice ha riconosciuto all'uomo lo status di vittima del dovere con l'attribuzione di tutte le prestazioni connesse (assegno vitalizio e speciale elargizione). Ma il ministero ha proposto appello chiedendo tra l'altro la sospensione dell'esecutività. La corte di appello di Firenze, con ordinanza del 13 febbraio 2020, ha dichiarato inammissibile l'istanza per la sospensione.