Coronavirus, il bollettino del 16 aprile. Borrelli: "Oggi record di tamponi fatti"

Doccia fredda sul partito della ripartenza. Dopo giorni di lenta e costante discesa i dati dei nuovi contagi tornano a salire. E non di poco. Da 2.227 i nuovi casi salgono infatti a 3.786, mille e passa in più in un solo giorno. Ed è inutile cercare di trovare giustificazione nel numero record di tamponi nella giornata, 61mila, perché i numeri sui contagi di oggi si riferiscono a test effettuati in media 4-5 giorni prima, quando erano circa 15mila in meno.
Però ci sono anche buone notizie nel bollettino di oggi. Il crollo dei ricoveri nei reparti ordinari Covid, dove se ne contano ben 750 in meno, record assoluto da inizio epidemia. Ma scendono molto anche quelli in terapia intensiva, dove si liberano 143 letti. Oltre duemila i guariti, mentre i decessi sono 525, 47 in meno di ieri, per un totale che supera però le 22mila vittime. Elenco al quale si aggiungono altri tre medici. Il totale dei decessi sale così a 125. Ad oggi, sono deceduti per l'infezione da Covid-19 anche 31 infermieri e 9 farmacisti.

A spiegare l’aumento dei nuovi contagi è la forte crescita dei positivi finiti in quarantena domiciliare, oltre duemila in un giorno, cifra più che doppia rispetto a ieri. Ma il dato di fatto è che di virus per il Paese ne circola ancora molto. Soprattutto in Piemonte, dove i nuovi casi sono ben 879, ossia 340 più di ieri. Un trend di crescita del 4,8%, quasi doppio rispetto a quello delle altre Regioni. Importante anche la risalita dei nuovi casi in Veneto, che in 24 ore passano da 192 a 366.

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Risalgono, ma non di molto, i casi in Lombardia, 941, contro gli 827 di ieri. In leggera risalita i casi nel Lazio, 148, contro i 121 di ieri, mentre a Roma i nuovi contagi si impennano da 24 a 65.

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In Basilicata, solo due giorni prima regione “Covid free” tornano a salire i contagi, più che per una maggiore circolazione del virus per l’ennesimo focolaio accesosi in una residenza per anziani. Nella regione sono stati analizzati 312 tamponi e ne sono risultati positivi al coronavirus 16, dei quali 15 (12 ospiti e tre operatori, tutti asintomatici) riguardano una casa di riposo di San Giorgio Lucano, in provincia di Matera.

Il contagio da SarsCov2 “non è sotto controllo” e le misure di distanziamento sociale imposte dai decreti “hanno ridotto il sovraccarico degli ospedali e soprattutto delle terapie intensive, ma sul contenimento del contagio i risultati non sono affatto rassicuranti e invitano alla massima cautela». È l'analisi della Fondazione Gimbe, che rileva come “il rischio di una nuova impennata dei casi è in agguato”. Di conseguenza “una programmazione scientifica della fase 2 non può inseguire i numeri del giorno, ma deve osservare almeno le variazioni settimanali”. E in tal senso “i dati degli ultimi 7 giorni sui contagi non sono affatto incoraggianti: se, infatti, si è ridotto il numero dei pazienti ricoverati con sintomi (-3,0%) e di quelli in terapia intensiva (-16,6%), si rileva - sottolinea - un aumento dei casi totali del 18,0% (+25.733), di cui 3.976 decessi (+22,5%)”.

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Intanto si apprende che i test sierologici per la rilevazione degli anticorpi al SarsCov2 che verranno utilizzati nella campagna nazionale su 150mila italiani potranno essere anche più di uno. Si attende a breve il bando, ovvero una call pubblica, alla quale le aziende potranno rispondere per essere selezionate a patto che i test sierologici proposti rispondano alle caratteristiche che saranno indicate. La campagna nazionale potrà coinvolgere successivamente anche un numero maggiore di cittadini.
“Fare bene, fare presto e fare tanto”. E’ quello che chiede a sua volta la Federazione dei medici internisti ospedalieri FADOI su screening sierologici e tamponi per rilevare sia lo stato di diffusione della infezione virale, sia la risposta anticorpale nella popolazione sanitaria e in quella generale.  “Siamo convinti che una mappatura virologica del Paese effettuata con lo “scanner” dei test molecolari e sierologici -afferma il Presidente Fadoi, Dario Manfellotto-  sia l’unico modo per comprendere lo stato attuale dell’epidemia e la storia naturale dell’infezione virale e per riaprire in sicurezza ospedali, scuole, uffici, aziende. Solo così potremo finalmente voltare pagina e passare alla famosa Fase 2”.

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