Fase 2, soluzioni tech. Leo, il dispositivo per gestire la distanza minima tra le persone
(Leo)
Tecnologia

Fase 2, soluzioni tech. Leo, il dispositivo per gestire la distanza minima tra le persone

Il progetto made in Italy è facile da installare sul soffitto, mappa l'ambiente e avvisa quando colleghi e clienti sono troppo vicini

Per ripartire servono strumenti adeguati per convivere con i cambiamenti sociali innescati dalla pandemia, altrimenti la Fase 2 resterà traballante e piena di insidie. E da questo punto di vista le imprese italiane sono al lavoro su soluzioni che siano pratiche, semplici da installare ed efficaci, come appare il Covid Detector che vedremo nelle prossime settimane a Caorle e in altre località venete. A catturare la nostra attenzione è stavolta un altro dispositivo, ancora più elementare nell'utilizzo, ma quanto mai utile per negozi, uffici, reparti produttivi, aree aperte al pubblico e open space, dove Leo permette di mantenere la distanza minima tra le persone, segnalando ogni situazione in cui clienti e colleghi risultino essere troppo vicine tra loro.

Come funziona

Dalla forma poliedrica, Leo integra un sensore ottico fisheye da 160 gradi e si installa in maniera facile e rapida sul soffitto. Implementa algoritmi di machine learning e computer vision per l'analisi video e adotta l'intelligenza artificiale per la rilevazione delle persone presenti in un determinato ambiente, calcolandone la densità e la distribuzione per valutare la distanza tra una e l'altra in tempo reale. Qualora venga a mancare la distanza di sicurezza, sulla falsariga di un segnalatore di fumo, il sistema attiva un allarme acustico e visivo per segnalare il problema e apporre l'immediato rimedio. Con un nome pensato per omaggiare Leonardo Da Vinci, simbolo del genio italiano, Leo si propone come uno dei dispositivi di protezione individuale (come la mascherina) per consentire a imprenditori, commercianti e aziende di riprendere le rispettive attività con la necessaria sicurezza per dipendenti e clienti.

Dati al sicuro

Uno dei tratti distintivi, nonché carta vincente, del dispositivo è il rispetto della privacy di chiunque entri nel suo raggio d'azione. Non avendo necessità di collegarsi e "dialogare" con uno smartphone o altri device simili e neppure agganciarsi a una qualsiasi rete, Leo si installa in pochi attimi e non traccia nessuno, quindi chi tiene a custodire i propri dati non ha nulla da temere. Per ampliare il ventaglio dei possibili usi, invece, ci sono alcuni accessori utili (cui si legano diverse opzioni di acquisto), come il battery pack per alimentare il dispositivo in caso di installazioni temporanee, mentre la realizzazione di alcune parti tramite stampa 3D permette di fornire la soluzione in breve tempo, fattore cruciale considerata l'emergenza in atto.

Progetto italiano

L'idea e lo sviluppo di Leo è frutto di una collaborazione tra tre realtà italiane attive tra Milano, Bologna e Conegliano. "Siamo orgogliosi di aver ideato, sviluppato ed ingegnerizzato una soluzione in tempi così rapidi, che risponda alla richiesta di aiutare le attività del nostro paese verso una riapertura in sicurezza e nel massimo rispetto della privacy", afferma Andrea Toppan, Ceo di Wi4b. A partecipare alla progettazione del dispositivo è stata pure Design Factory 21AM, che si è dedicata alla scocca: "Un omaggio alla proporzione geometrica, con l'utilizzo delle più avanzate tecniche di produzione rapida per una forma semplice ma unica", chiarisce Andrea Alessandri, cofondatore dello studio di progettazione milanese. A spiegare, infine, il funzionamento di Leo ci pensa Alessandro Sannini, Ceo di Twin Advisor & Partners: "La tecnologia utilizzata da Leo è simile ad alcune videocamere installate su alcuni satelliti e rappresenta un prodotto con un ottimo rapporto qualità/prezzo nel mondo dell'Internet delle Cose".

I più letti

avatar-icon

Alessio Caprodossi