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10 film horror per 100 anni: la lista di Variety e quella di Comingsoon

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Giorni fa Variety ha scelto 10 film horror: uno per ogni decennio della storia del cinema. Comingsoon prova a proporre i suoi in attesa di conoscere i vostri.

10 film horror per 100 anni: la lista di Variety e quella di Comingsoon

Halloween si avvicina, e anche se quest'anno "voglia de festeggia' sartace addosso", come diremmo a Roma, gli amanti del cinema horror non possono non riflettere sulla ricorrenza. Prendiamo spunto per farlo da un'interessante lista apparsa qualche giorno fa su Variety, a firma Tim Gray, in cui venivano proposti 10 film dell'orrore per ogni dieci anni di storia del cinema. Il redattore specificava che non si trattava necessariamente dei film più belli o di maggior successo del genere, ma di quelli che meglio esprimono quello che un tempo si chiamava lo zeitgeist, ovvero lo spirito del tempo in cui sono stati prodotti, partendo dal muto fino ad oggi.

i 10 film horror più rappresentativi in 100 anni secondo Variety

Prima di proporvi la nostra scelta, vi presentiamo quella di Variety, che in alcuni casi si è trovata in una comprensibile difficoltà nello scegliere il film rappresentativo di ogni decennio. I legami del cinema dell'orrore con la società che li produce non sono infatti sempre così evidenti e se in certi periodi storici ce ne sono molti memorabili, in altre epoche la loro funzione di specchio oscuro sembra meno evidente.

  1. 1920-1929: Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau, primo non ufficiale adattamento di Dracula, uscito nel 1922. Dopo la prima guerra mondiale e i milioni di vittime dell'influenza spagnola, l'orrore di un mostro portatore di peste, più che dal romanzo di Bram Stoker del 1897, per gli spettatori del tempo sembra uscito direttamente dalla cronaca.
  2. 1930-1939: Variety sceglie Frankenstein, un altro film tratto da un altro grande romanzo dell'Ottocento, scritto dalla diciottenne Mary Shelley, sull'arroganza dell'uomo di scienza. Il motivo per la scelta è la connessione (un po' forzata a nostro avviso) di questo film, uscito nel 1931, con la Grande Depressione, periodo in cui il popolo era in miseria per l'arroganza di politici e banchieri.
  3. 1940-1949: Il bacio della pantera, splendido b-movie in bianco e nero del 1942, viene scelto tra i pochi degni di nota nel periodo, come rappresentativo della paura che viene dall'ignoto, in questo caso dall'Europa, come già accadeva coi due film citati sopra.
  4. 1950-1960: Godzilla, il film di Ishiro Honda del 1954, sembra quasi una scelta obbligata, proveniente da un paese, il Giappone, che si sta faticosamente rialzando dalle macerie e dalla distruzione dell'Atomica che ha cancellato Hiroshima e Nagasaki. I mostri che popolano gli schermi del cinema in questo periodo sono quasi sempre il prodotto di mutazioni atomiche.
  5. 1960-1969:  Rosemary's Baby di Roman Polanski esce nell'anno più significativo del decennio, il 1968, il capolavoro del regista, tratto dal romanzo di Ira Levin, rispecchia l'atmosfera di un periodo in cui le donne scoprono con orrore gli effetti del talidomide, un farmaco somministrato loro in gravidanza, che produce figli gravemente handicappati e deformi. Il tentativo di riappropriarsi del proprio corpo mentre ci si sente assediati in un mondo in cui non ci si può fidare di nessuno, sposa le istanze del nascente femminismo e le teorie del complotto seguenti all'assassinio di Kennedy.
  6. 1970-1979: Per il decennio dei Settanta Variety sceglie Halloween di John Carpenter, del 1978. Dopo gli omicidi Tate-La Bianca per mano della Manson Family, i mostri diventano gli esseri umani. Maniaci senza volto, in apparenza invincibili e senza motivazioni, che terrorizzano gli americani, esemplificati per tutti in questo proto-slasher.
  7. 1980-1989: La mosca di David Cronenberg, del 1986, è l'apoteosi del suo cinema dell'orrore biologico, in cui l'organico si sposa col meccanico, il corpo diventa una mostruosa entità ibrida. Il redattore, Tim Gray, mette il film in relazione con le malattie che iniziano a diffondersi in quegli anni, come l'AIDS e l'Ebola, un legame che ci appare un po' forzato.
  8. 1990-1999: Nel 1996 esce Scream di Wes Craven e Kevin Williamson, un film che mette la parola fine (temporaneamente) alle miriadi di film splatter, gore e slasher commerciali in cui le vittime fanno cose stupide e il cliché detta l'azione. Gray lo definisce un film perfetto per una generazione cresciuta vedendo gli horror in tv e in videocassetta.
  9. 2000-2009: Uscito nel 2001, Pulse di Kyoshi Kurosawa è uno dei film più raffinati del cosiddetto j-horror, diretto da uno dei suoi registi più capaci. Secondo Gray, traccia perfettamente le nuove paure del nuovo millennio, ovvero la capacità del mondo digitale di farci perdere l'anima.
  10. 2010-2019: Ricade su Scappa - Get Out di Jordan Peele la scelta per questo decennio, che arriva fino a noi. È del 2017 l'horror satirico di Jordan Peele sul razzismo che apre le porte a una new wave del genere e rispecchia sul grande schermo le istanze espresse da movimenti come #oscarsowhite e #Blacklivesmatters.

I 10 film horror più rappresentativi in 100 anni secondo Comingsoon

E veniamo alla lista compilata dalla sottoscritta, che è solo una delle tante possibili degli horror a mio avviso più rappresentativi della storia del cinema, che non vuol dire, è bene ripeterlo, i migliori o i più spaventosi. Voi potete divertirvi a pensare ai vostri, o magari trarne spunto per vedere quelli che non conoscete, anche se sono tutti molto famosi.

  1. 1920-1929: Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene (1920). Certo, non è un vero e proprio horror come Nosferatu, ma ha tutte le sfumature dell'incubo e tra i tanti, memorabili film espressionisti del periodo, ci sembra che la storia del sonnambulo Cesare spinto con l'ipnosi a compiere crimini orrendi, mentre si muove in una scenografia sghemba, quasi da incubo lovecraftiano, sia il ritratto di un mondo capovolto che prefigura gli orrori del nazismo e di un'umanità in cui i pazzi sono al potere e i cittadini marionette senz'anima.
  2. 1930-1939: Sono talmente tanti i capolavori dell'horror usciti tra il 1930 e il 1940, che scegliere è molto difficile. Ma, più che Frankenstein o Dracula, ci sembra rappresentativo del periodo il primo King Kong (1933), il capostipite di tutti i monster movies, dove il mostro è quasi una divinità, catturata e portata come una preda da terre lontane, messa in catene a New York ed esibita per denaro, che prima di essere abbattuto distrugge i simboli di una città lanciata a velocità vertiginosa verso il progresso. Una descrizione perfetta per un Paese fondato da emigrati e reso ricco da schiavi, che ha perso il contatto con le sue origini più selvagge ed autentiche.
  3. 1940-1949: Nel periodo che precede e segue la carneficina della seconda Guerra Mondiale i mostri fanno meno paura e perfino icone come Dracula e Frankenstein vengono ridotti a spauracchi per bambini. Ci sono molti film di indubbio valore, ma la paura viene delegata per lo più ai B-movies della RKO. Difficile dire se esprimessero davvero lo zeitgeist, ma pur considerando Il bacio della pantera un vero capolavoro, sceglieremo in questo caso un altro film diretto da Tourneur e prodotto da Val Lewton, ovvero Ho camminato con uno zombi, variante  haitiana di Jane Eyre, dove il morto vivente è ben lontano dalla rappresentazione romeriana, ma è ancora il prodotto di strane e misteriose culture, è in pratica lo schiavo di colore costretto a lavorare anche dopo morto, perfetta metafora del capitalismo rampante.
  4. 1950-1959: Gli anni Cinquanta sono il periodo della paranoia, dei mostri mutanti creati dall'atomica e del pericolo rosso. Più che horror veri e propri sono incubi fantascientifici che esprimono le paure più forti del decennio in cui l'America è in rotta di collisione con l'Unione Sovietica per il ruolo di superpotenza mondiale. In Inghilterra la Hammer riporta in vita a vividi colori i mostri della Universal, da Dracula a La mummia, da Frankenstein a L'uomo lupo. Ma il film che più esprime il cuore e l'inconscio del periodo è a parer nostro L'esperimento del dottor K. con Vincent Price, del 1958, l'originale del capolavoro di David Cronenberg, un film che fa paura proprio perché l'uomo contemporaneo è spaventato dai poteri distruttivi e in apparenza inarrestabili della scienza, così come quello degli anni Trenta aveva paura degli scienziati pazzi e delle loro creature. Ma stavolta a fare le spese dell'esperimento ne è l'autore stesso.
  5. 1960-1969: Tra i tantissimi capolavori del periodo, tra cui la scelta di Variety, Rosemary's Baby, prendiamo stavolta Psycho, con cui sir Alfred Hitchcock, dal romanzo di Robert Bloch, porta alla luce il pericolo inatteso, insospettabile e terrificante che qualunque cittadino può incontrare uscendo dai territori a lui consueti. Norman Bates compie le gesta di psicopatici realmente esistiti come Ed Gein, prefigurando una progenie del male che diventa un cancro sempre più visibile della società moderna.
  6. 1970-1979: In un periodo difficile e torbido, pervaso da lotte, ribellioni generazionali, guerre, attentati, esplosioni di violenza e crudeltà, che ha visto il tramonto degli ideali libertari e pacificisti dei Sessanta, non può essere che L'esorcista, il film che William Friedkin trae nel 1973 dal romanzo di William Peter Blatty, a sintetizzare lo spirito di un'epoca divisa tra emancipazione e tradizione, dove si assiste a uno scollamento totale tra laicismo e religiosità e dove il Diavolo torna inaspettatamente e prepotentemente a fare paura. L'esorcista è un film letteralmente imbevuto dello spirito dei tempi: non fu certo un caso il suo successo planetario, il dibattito feroce tra sostenitori e detrattori che si scatenò all'epoca e che ne fece un vero e proprio fenomeno di costume.
  7. 1980-1989: Il cinema di John Carpenter in questo periodo, con film come Essi vivono e Il signore del male, esprime alla perfezione i disastri della reaganomics, del capitalismo sfrenato e la scissione della società americana. Ma è La cosa che scegliamo come film più rappresentativo del decennio, per il ritorno della paranoia, dove si esprime un terrore più moderno e realistico di quello per il mostro arrivato dallo spazio, ovvero quello per un'entità capace di diventare noi e renderci irriconoscibili gli uni agli altri.
  8. 1990-1999: Per gli anni Novanta scegliamo Candyman di Bernard Rose, del 1992, da un racconto di Clive Barker. Perché è un film, oltre che bellissimo, che affianca al tema delle leggende metropolitane che si diffondono sempre più con l'arrivo di internet nel 1991, quello del degrado urbano e del razzismo. Non è un caso che proprio adesso Jordan Peele abbia deciso di produrne un remake, che non vediamo l'ora di vedere.
  9. 2000-2009: Anche noi ci appoggiamo al j-horror, l'unico capace in questo primo decennio di prendere il genere con serietà, rinnovando le stanze asfittiche e ripetitive del cinema di paura occidentale. Scegliamo però tra i tanti, anche migliori, che invadono gli schermi in quel periodo, Ringu, l'originale giapponese di Hideo Nakata, che introduce un nuovo mostro, appartenente alla leggenda ma ibridato con le nuove tecnologie, ormai dominanti. L'immagine di Sadako che esce dallo schermo del televisore è forse la più significativa del genere nel nuovo millennio.
  10. 2010-2019: Tra una marea di prodotti scadenti, divisi tra film per ragazzini e sfida all'ultima sanguinaria tortura, questi anni sono stati contrassegnati, per fortuna, anche dal ritorno dell'horror “serio”, con titoli come Martyrs, Ghostland, Midsommar (anche se non lo abbiamo apprezzato), The Witch, It Follows e molti altri. Abbiamo adorato Scappa – Get Out ma a parer nostro Noi, sempre di Jordan Peele, dice molto di più sui tempi in cui viviamo, attraverso un ritratto agghiacciante e multistrato dell'America applicabile a tutto il mondo occidentale, dove la forbice tra ricchi e poveri si è ormai spaccata e una conciliazione sembra impossibile, con i nostri doppi nascosti e relegati sottoterra pronti a tornare in superficie, ad unirsi e a riconquistare i loro diritti.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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