30-6 novembre
Rebecca di Ben Wheatley, con Armie Hammer, Lily James, Kristin Scott Thomas (film, Netflix).
Non sono il tipo che urla per principio “non si rifanno i capolavori”, penso che la democrazia includa anche il diritto di remake. Anzi, la parte timorosa di me apprezza l’audacia di gente dalla splendente carriera che ha scelto come lussuosa buccia di banana il rifacimento di un classico: penso a Sidney Pollack e al suo Sabrina del 1995 e a Gus Van Sant e al suo Psycho del 1998.
Quindi mi sono avvicinata senza pregiudizi a questo Rebecca, remake di un altro Hitchcock, del 1940, tratto da un romanzo indimenticabile di Daphne du Maurier di due anni prima. Non c’è niente che non vada, in apparenza. Lily James, nel ruolo della ragazza sempliciotta (ma sveglia) che diventa moglie del ricco vedovo è convincente e altrettanto lo è la perfida governante di casa interpretata da Kristin Scott Thomas. Max de Winter, il vedovo, è interpretato dall’elegante Armie Hammer, forse troppo limpido per essere credibile come l’uomo che, nella seconda parte del film, rivela un terribile segreto.
Niente da dire, invece, su fotografia e costumi. Però, nel film di Hitchcock, la lussuosa villa, Manderley, era il quarto protagonista del film, considerando che il terzo era il fantasma di Rebecca. Qui, invece, siamo un po’ dalle parti di Downton Abbey, una grande bellezza patinata e mai abbastanza inquietante. Da vedere, purché senza pregiudizi o confronti con l’originale.