Centenario del comunismo italiano
non c’è molto da festeggiare

risponde Aldo Cazzullo

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Caro Aldo,
ieri, 21 gennaio, si è celebrato il centenario della nascita del Pci: nel bene e nel male, un protagonista della storia italiana del Novecento. Pur con le sue contraddizioni non ha dato nei decenni della prima Repubblica un contributo decisivo per il progresso sociale e civile, la difesa della democrazia nel nostro Paese?
Domenico Mattia Testa

Caro Domenico Mattia,
Non mi pare ci sia molto da festeggiare; e non solo perché il Pci non esiste più. Cent’anni fa, la sua nascita contribuì a frammentare e a indebolire un fronte socialista già abbastanza diviso di suo; fu in quel quadro che i fascisti presero il potere. Palmiro Togliatti si legò mani e piedi a Stalin, finendo per portare il peso della corresponsabilità in alcuni delitti dello stalinismo, dalle fucilazioni di massa in Spagna alla rimozione fisica dei vertici del partito polacco; e se è vero che Giorgio Bocca nella sua bella biografia gli attribuisce il merito di aver temperato e razionalizzato alcune furie caucasiche del leader sovietico, Enzo Bettiza era convinto che Nagy fosse stato impiccato (al tempo di Krusciov) anche su sollecitazione di Togliatti. Ciò non toglie che il Pci e il suo segretario ebbero certo il merito, con la svolta di Salerno, di saldare il fronte antifascista.
Sostenere ora che i partigiani comunisti non volevano la democrazia ma il bolscevismo è perfetto per la polemica politica di oggi, privo di senso quando c’era da decidere da quale parte stare: con chi portava gli ebrei ad Auschwitz e fucilava i renitenti ai bandi Graziani, o contro di loro. Certo il Pci contribuì alla nascita della Repubblica, alla stesura della Costituzione, al consolidamento della democrazia parlamentare; ma al prezzo di una doppiezza che non fu estranea alla grande ribellione di fine anni 60 e al terrorismo rosso dei 70. «I veri comunisti siamo noi, la rivoluzione che il Pci non vuole più fare la faremo noi»: questo era il ragionamento. E se il partito si mosse, a volte tardivamente, per arginare l’eversione nata alla propria sinistra, ciò non toglie che la contraddizione tra dittatura del proletariato e libertà borghesi non sia mai stata sciolta del tutto.
Resta viva la memoria di milioni di italiani che credettero in buona fede a una causa di progresso.

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L'ingiustizia

«Il “master in un click” dell’Inps? Iter kafkiano e frustrante»

Ogni ipotesi di rilancio del Paese non potrà attuarsi se la pubblica amministrazione non si dota di strumenti digitali facilmente utilizzabili e di piattaforme efficienti. Sono una docente di Sapienza, iscritta all’Inps. Mio figlio Tommaso vorrebbe fare un master, avrebbe voluto fare domanda come beneficiario di una borsa di studio offerta dall’ente. È stato impossibile accedere al sito e alla pagina dedicata che, quasi ironicamente, si chiama master in un click. Ci siamo impegnati in due persone per sei giorni, scoprendo servizi malfunzionanti che danno costantemente errori. Avremo fatto una ventina di telefonate per assistenza tecnica. Cadeva la linea a metà e si doveva ricominciare da capo rispiegando il problema. Ognuno diceva una cosa diversa: documenti che andavano inseriti, ulteriori password di cui ci si doveva dotare, pec da inviare a indirizzi vari segnalando i problemi che spesso tornavano indietro perché non più esistenti oppure con risposte laconiche.... vada alla pagina tal dei tali. Io dovevo iscriverlo nel sito come beneficiario. L’Inps doveva acquisirlo in una banca dati, con una richiesta ad hoc. Un percorso kafkiano e frustrante. Io mi ero dotata di Spid e per lo meno riuscivo a entrare, lui che utilizzava per l’ accesso la Carta d’identità elettronica riscontrava costantemente errore, fino a scoprire da un ennesimo operatore, che «effettivamente tutti quelli che hanno provato con Cie non sono riusciti... le consiglio di dotarsi di Spid». Tentativo fatto in extremis, ma per lo Spid di Poste c’era una fila immobile e la procedura online su Infocert ancora non lo ha inviato. Alla fine, giunti alla scadenza, la domanda non è stata inoltrata. Alla faccia del master in un click!
Alessandra Capuano, Roma

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